A cura di Angelo Meda, Responsabile Azionario di Banor
Meteoropatia
Prepariamoci ai cambi di umore dei mercati.
Agosto si è chiuso con rendimenti positivi per i mercati, attorno al 2%. Ma tornando indietro al 5 agosto, quando i mercati sviluppati persero il 6% in un giorno, nessuno avrebbe immaginato un recupero così rapido e diffuso.
Cos’era successo?
- Da un lato c’era stato un posizionamento elevato sul carry trade sullo Yen (ovvero, indebitarsi in Yen a tassi vicini allo zero, acquistare azioni e attività in Dollari per poi rivenderle e rimborsare i debiti, guadagnando sia sugli acquisti che sulla svalutazione della valuta giapponese), che spinse a chiudere rapidamente tante posizioni;
- dall’altro, ad inizio mese, alcuni dati macroeconomici deboli in USA – che avevano portato a timori di recessione – avevano colpito le Borse, alla stregua di una di quelle grandinate a cui abbiamo assistito recentemente a causa del cambiamento climatico, che porta ad eventi estremi.
E come i temporali estivi, già dopo tre giorni eravamo tornati ai valori della settimana precedente, per chiudere poi il mese a meno di mezzo punto percentuale dai record storici in USA.
Se da un lato il carry trade sullo Yen poteva essere considerato un incidente di percorso senza significativi impatti, il rallentamento macroeconomico è stato rapidamente dimenticato e derubricato a un problema risolvibile con un taglio dei tassi più aggressivo.
La conferenza di Jackson Hole in Wyoming (località scelta nel 1981 per convincere Paul Volcker a partecipare, per via della grande pesca a mosca prevista alla fine di agosto, di cui il banchiere centrale era un grande appassionato) ha cementato questa visione, con il presidente della Fed Powell che ha espresso fiducia nell’avvicinarsi all’obiettivo di mantenere l’inflazione sotto controllo e ha indicato una forte attenzione ai dati sul mercato del lavoro, un cui indebolimento sarebbe visto come “non benvenuto”.
Il mercato ha quindi portato l’aspettativa a quattro tagli per il 2024 (essendoci solo tre meeting da qui a fine anno vorrebbe dire avere un “doppio taglio” durante uno di questi meeting, oppure un taglio straordinario): a inizio anno ne erano previsti sei, mentre a giugno ne erano previsti soltanto due. Probabilmente si è assistito a uno degli anni più volatili da questo lato, con i future sui tassi Fed che hanno visto movimenti importanti, che però non hanno impattato i mercati azionari. Questi hanno beneficiato di utili aziendali ancora tonici e indicazioni sui trimestri a venire da parte delle aziende non particolarmente differenti rispetto alle aspettative.
Adesso entriamo però in settembre, un mese in cui i temporali sui mercati tendono a durare di più: a livello storico, si tratta di uno dei mesi peggiori per i mercati assieme a maggio e ottobre. Ci avviciniamo a tanti eventi importanti (su tutti le elezioni americane) e avremo alcuni dati macroeconomici (venerdì 6 settembre l’appuntamento col mercato del lavoro) che confermeranno o meno il rallentamento in corso e daranno l’idea di cosa aspettarci per i mesi a venire.
E qui sarà difficile che il taglio dei tassi arrivi in aiuto rapidamente: l’economia infatti è come una portaerei, quando si inizia a manovrare serve tempo per vedere gli effetti. Un primo taglio può aiutare le Borse nel breve, ma servirà tempo per vedere gli effetti sull’economia reale, come è servito tempo per vedere l’effetto dei rialzi. Fa bene quindi la Fed ad essere proattiva nel procedere con i tagli, ma serve ricordare come è importante capire se ci stiamo avvicinando alla recessione o se si parla solo di un raffreddamento delle economie mondiali.
Prepariamoci quindi a un mese di settembre in cui avremo tanti cambi di umore da parte del mercato, come le persone meteoropatiche: finché non ci saranno segnali univoci sull’andamento dell’economia (al rialzo o al ribasso) vivremo di rialzi e di ribassi legati alle aspettative, che possono cambiare anche rapidamente all’uscita di un numero o di una dichiarazione. La volatilità è destinata quindi ad aumentare, non ai livelli di inizio agosto, ma le ultime tre settimane di calma estiva che abbiamo vissuto sono un lontano ricordo.
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